
UNITED STATE OF AMERICA

L'Ovest ed i parchi naturali - 1^ parte
Eccoci qui….
Dopo esser tornati ed aver sistemato un po’ di idee, fuso orario e quant’altro eccomi a tediarvi con il mio diario.
Premettiamo alcune cose giusto per chiarire.
Siamo partiti in 4 e non siamo persone che cercano il lusso o altro. Ecco perché per noi l’importante in un hotel non è il frigo bar ma piuttosto la pulizia della stanza. Per il mangiare siamo andati poche volte al ristorante ma più semplicemente a mezzogiorno, visto anche il caldo, si andava soprattutto di insalata e frutta fresca mentre alla sera carne e pizza hanno fatto la loro bella figura.
Dunque spesa totale, conti appena fatti, circa 8000 euro a coppia tutto compreso (voli, hotel, mangiare, regali, divertimenti, trasporti, benzina, ecc….). Sinceramente non mi sembrano tanti per un viaggio del genere se si pensa che praticamente quasi 4000 euro (a coppia) sono dovuti ai voli ed all’autonoleggio.
Purtroppo come già accennato nel Viaggio in diretta, a Las Vegas siamo stati derubati di tutta l’attrezzatura fotografica e video e pertanto sino a metà viaggio le foto sono veramente poche.
Comunque questo era il nostro programma:
Mercoledi 8 agosto Volo Milano San Francisco (arrivo alle ore 12.30 locali)
Giovedi 9 Agosto SAN FRANCISCCO
Venerdi 10 Agosto SAN FRANCISCO
Sabato 11 Agosto SAN FRANCISCO – THREE RIVERS
Domenica 12 Agosto THREE RIVERS – LOS ANGELES
Lunedi 13 Agosto LOS ANGELES
Martedi 14 Agosto LOS ANGELES
Mercoledi 15 Agosto LOS ANGELES
Giovedi 16 Agosto LOS ANGELES – WILLIAMS
Venerdi 17 Agosto GRAND CANYON
Sabato 18 Agosto WILLIAMS – MONUMENT VALLEY
Domenica 19 Agosto MONUMENT VALLEY – PAGE
Lunedi 20 Agosto PAGE – LAS VEGAS
Martedi 21 Agosto LAS VEGAS
Mercoledi 22 Agosto LAS VEGAS – TORONTO
Giovedi 23 Agosto TORONTO
Venerdi 24 Agosto TORONTO – NIAGARA FALLS
Sabato 25 Agosto NIAGARA FALLS
Domenica 26 Agosto NIAGARA – TORONTO – NEW YORK
Lunedi 27 Agosto NEW YORK
Martedi 28 Agosto NEW YORK
Mercoledi 29 Agosto NEW YORK – WASHINGTON – NEW YORK
Giovedi 30 Agosto NEW YORK
Venerdi 31 Agosto VOLO NEW YORK MILANO
Il programma è stato rispettato in ogni sua parte ed anzi sono avanzate qualche mezza giornata qua e la per fare un pò di piscina.
Comunque, tutto è stato programmato e prenotato con grosso anticipo da qui (alla fine di marzo avevamo già tutto prenotato) e per alcune località (ad esempio Monument Valley e Niagara) vi consiglio assolutamente di muovervi in anticipo e grazie anche ai consigli di tutti voi le cose hanno veramente funzionato al meglio.
8 AGOSTO
Dunque l’8 agosto alle ore 4 (FINALMENTE) ecco che suona la sveglia. Tempo 10 minuti ed ero già pronto vestito, lavato e stirato. Le valigie alla sera prima erano state adeguatamente pesate e misurate in ogni centimetro. Il figlio che ci accompagna a Milano Linate e come ci scarica come il più classico dei Giuda, scrive su facebook :”…bene la carovana della terza età è stata scaricata a Linate…finalmente non mi stresseranno più con il viaggio”….avevo una serpe in casa e non lo sapevo….dovrò ricordarmelo in sede di testamento.
Il check-in viene svolto con l’Alitalia con assoluta tranquillità (il giorno prima, essendo il biglietto stato emesso dalla Virgin Atlantic, non era possibile farlo online) e ci assicurano che a Londra non dovremo ritirare i nostri bagagli che troveremo (forse) a San Francisco. Io sono un diabetico e con me avevo quindi aghi e punture nel bagaglio a mano mentre mio cognato è portato di pacemaker. Bene a me in nessun controllo agli aeroporti ed alle dogane hanno mai chiesto niente a riguardo di aghi e punture mentre a mio cognato non hanno chiesto alcun tesserino ma gli hanno sempre fatto una perquisizione “manuale”.
Alle 7.30 partenza del volo Linate – Londra ed arrivo alle ore 8.45 all’aeroporto di Heatrow Terminal 4. La coincidenza con il volo per San Francisco è al Terminal 3 dopo 1 ora e 50 minuti. Non è tanto ma vi assicuro che il tempo è sufficiente per imbarcarsi con tranquillità.
Il volo della Virgin Atlantic parte in perfetta ora ma quando siamo su arriva il primo “problema” (per modo di dire). Le nostre valigie non ci stanno nelle “cappelliere” e le hostess, senza alcun problema, ci dicono di metterle sotto i sedili. Al ritorno ho capito il perché. Il nostro aereo è un Boeing 747 a due piani e per il volo di andata noi siamo al piano superiore (al ritorno in quello inferiore). Al piano superiore le “cappelliere” sono più piccole e non contengono le valigie con le misure standard da loro indicate, cosa che invece non accade per il piano inferiore dove le valigie entrano tranquillamente nel loro alloggiamento. Se potete scegliere io vi consiglio i posti al piano superiore in quanto ho potuto verificare che sono più larghi ed oltretutto hanno un appoggio vicino al finestrino che può servire da tavolino.
Un’altra cosa, non dannatevi troppo l’anima per il bagaglio che portate in cabina con voi, nessuno, almeno per quanto riguarda noi, ha misurato o pesato il suddetto bagaglio….
Purtroppo il viaggio è stato lungo….lungo….lungo….ma tanto si andava in ferie….
Sulla Virgin Atlantic non ci sono film in italiano e nemmeno le prese per ricaricare il pc portatile e pertanto o vi attrezzate con un buon libro…o dormite….o giocate a carte ….
In aereo le hostess ci hanno riempito di mangiare e bere….cominciamo ad ingrassare ci siamo detti….
L’arrivo a San Francisco è avvenuto regolarmente alle 13,25 ora locale (22,25 ora italiana) e dopo le pratiche doganali (lunghissime) abbiamo atteso i nostri bagagli. Purtroppo una valigia mia ed una di mio cognato non erano arrivate e quindi abbiamo perso tempo anche a fare la denuncia.
Un po’ contrariati siamo usciti dal Terminal e ci siamo recati verso la stazione Bart per prendere il treno che ci avrebbe accompagnato all’hotel. Primo intoppo le macchine automatiche non accettano le banconote superiori ai 20 $ quindi attrezzatevi di conseguenza.
Mezz’ora di trenino shuttle ed eccoci arrivati alla stazione di Powell str. a San Francisco. Come siamo usciti subito una folla immensa di persone che attendevano composte il loro turno per prendere il cable car (Powell street è proprio un capolinea) e nemmeno il tempo di aprire la cartina per capire che strada prendere che subito una ragazza ci chiede se abbiamo bisogno di aiuto e ci indica la strada per il nostro hotel.
L’hotel è l’UNION SQUARE PLAZA HOTEL in Gearystr (80 euro a notte, colazione NON inclusa, Voto 6,5). A prima vista si capisce subito che l’hotel corrisponde a quanto ci aspettavamo. Niente di eccezionale, abbastanza datato ma, soprattutto e per quanto ci riguardava, pulito ed in centro. La camera è di dimensione modeste con un bagno molto piccolo. Paga il fatto di non aver colazione ma guadagna sulla posizione centrale. Attenzione alla connessione WIFI. La sera stessa chiedo al ragazzo alla reception le credenziali di accesso per la connessione WIFI gratuita e lui, molto gentilmente (e come riportato anche sul sito) me le scrive su un foglietto. La sera successiva, non ricordando dove avevo messo il foglietto, chiedo ad un altro ragazzo la stessa cosa e lui mi risponde che costa 5 U$D al giorno. Ho fatto presente che sul sito era scritto diversamente e lui mi risponde che è scritto sbagliato. Nessun problema, torno in camera, cerco tra i miei appunti e ritrovo le credenziali del giorno prima….Quindi attenzione perché ci provano. Comunque dopo il check-in una veloce doccia e via fuori a visitare San Francisco. Il programma prevedeva il Tea Garden ma purtroppo alle 17 è già chiuso e quindi optiamo per una passeggiata in Market St. a zonzo. Subito cominciamo ad aver capito di aver sbagliato qualcosa…si perché all’uscita dall’hotel veniamo letteralmente investiti da un vento freddo. Accidenti questo non lo avevamo previsto e subito vengo rimbrottato da mia moglie per averle fatto lasciare a casa il maglione in pail (“ma figurati ci sono 25° ..cosa vuoi che serva” le ultime parole famose prima di partire). Bene entro in un supermarket ed acquisto di un bel giubottino (così abbiamo anche il ricordo) di San Francisco.
Dopo aver percorso interamente Market St. ci fermiamo a mangiare qualcosa al GOTT’S Roadside proprio all’angolo del Ferry Building MarketPlace. Un bell’hamburger con patatine e birra (13 $) e subito scopriamo che qui negli USA abbandono le salsine di ogni tipo che vengono tranquillamente propinate ai clienti. Bene è ora di riposarsi, tra una storia e l’altra siamo in piedi da circa 26 ore e la stanchezza comincia a farsi sentire….a domani….
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9 agosto
La sveglia non suona nemmeno…..alle 8 siamo già belli pimpanti in piedi e pronti per la nostra avventura. La prima incombenza è trovare un locale per fare colazione e, tornando verso il capolinea di Powell St., ci imbattiamo nel Lori’s Diner (www.lorisdiner.com ). Ci ha colpito soprattutto l’entrata. Il locale infatti è tutto al secondo piano e per salire c’è una scala ripida piena di oggetti. Arrivati sopra sembra di entrare in un episodio di Happy Days o nel film Grease. Colazione con cappuccino ed un muffin alla fragola. Mamma mia cominciamo a capire un po’ di cose. Qui nonostante tu chieda “small” non sanno cosa voglia dire. Il cappuccino ci viene presentato in un bicchiere enorme (non oso pensare come sono quelli che a listino prezzi vengono catalogati come double) ed anche il muffin è enorme…..ma entrambi buonissimi. Spesa 16 U$D ma ve lo consiglio.
Dobbiamo attendere le 9 per entrare al Visitor Center (proprio alla stazione della metropolitana di Powell) per ritirare i nostri CityPass che avevamo prenotato e pagato direttamente dall’Italia (http://www.citypass.com/san-francisco ). Lo consiglio vivamente. Si accede a diverse attrazioni a prezzi scontati. Dopo aver ritirato i nostri CityPass prendiamo un tram della linea F con destinazione PIER 39. La linea F è una tramvia che percorre tutta Market St. e giunti al Ferry Building, tutto il lungo mare sino al Fishermans Wharf. La particolarità di questa linea è che tutti i tram in servizio sono vecchi tram storici di varie città del mondo (Los Angeles, Bogotà, New York, Paris, Praga, Budapest) e tra questi c’è anche il mitico tram dell’ATM di Milano. Preso il suddetto tram siamo scesi al PIER 39.
La calma regnava ancora sul molo e così abbiamo fatto la nostra prima tappa: l’Acquarium. Molto bello, anche se niente a che vedere con quello di Genova. Quello che lascia a bocca aperta è il tunnel trasparente dove milioni di pesci nuotano attorno. Razze, mante, squali (piccoli), squali martello, ecc. Un bel luogo incantato. Alla fine vi sono poi delle vasche dove è possibile toccare con mano proprio questi pesci e le stelle marine. Merita andateci. All’uscita guardiamo il Golden Gate…e..è avvolto dalla nebbia…uffa e ora??? E’ quasi mezzogiorno….cosa facciamo??? Decidiamo comunque di seguire il programma e ci imbarchiamo per la nostra “crociera” attorno alla baia. Arrivati sotto il Bridge non si può restare ad ammirare questa opera immensa. Purtroppo la nebbia la fa da padrona e per tutto il nostro soggiorno non ci ha mai fatto vedere il Golden Gate.
Riusciamo comunque a restare ammirati da tanta imponenza. Il viaggio dura circa un’ora ed una volta rientrati, sono quasi le 14, decidiamo di andare a mangiare in uno dei locali al Pier 39 e precisamente al FOG HARBOR (http://fogharbor.com/). Insalata mista con polpa di granchio. Attenzione al bere. Come già detto in varie discussioni negli Usa abusano di ghiaccio in maniera assurda. Se non lo volete ditelo prima. In molti locali si usa il Refill, in sostanza puoi bere quanto vuoi semplicemente riempiendoti da solo il bicchiere ai distributori automatici. Qui la Coca Cola o la Pepsi costano meno dell’acqua. Altra considerazione merita invece la birra. Non costa poco e raramente è alla spina. Molto buona quella californiana. Tenete presente che per un litro si possono spendere tranquillamente anche 16 U$D. Comunque la nostra bella insalata ci costa 25 U$D….mica male….ma i prezzi al PIER 39 non sono proprio a buon mercato…. Dalla finestra vediamo quella che doveva essere la colonia piena di leoni marini strillanti ma purtroppo sono pochi (massimo una decina) ma sono comunque buffi e divertenti.
Dopo il nostro pranzetto decidiamo di andare sino al Fishermans Wharf e prendere il cable car sino all’inizio di Lombard St. I Cable Car sono dei vecchi tram storici che funzionano praticamente con una sorta di cremagliera. Molto divertenti, sono uno dei simboli di San Francisco, perché si possono prendere al volo e perché al capolinea vengono praticamente “girati” a mano dal manovratore per permettere al tram di rifare il tragitto al contrario. I tempi di attesa per salire su questi tram sono biblici…anche 2 ore….però ne vale la pena.. Fatta la nostra bella coda prendiamo il nostro tram e giunti in concomitanza con l’incrocio di Lombard St. scendiamo. Lombard Str. è un altro dei punti fondamentali della città californiana. Considerata, non a torto, la strada più ripida al mondo, Lombard st. è lunga 400 metri, a senso unico e piena di tornanti che le macchine devono percorrere alla velocità massima di 8 km/h. E’ stata creata per “alleviare” la pendenza della strada che in questo punto tocca il 27%. Le foto di rito sono doverose (sigh) e poi andiamo a prendere il bus 39 per andare alla Coit Tower. E’ uno dei due punti più alti dalla quale poter vedere la città dall’alto (l’altro è Twin Peaks). Onestamente mi aspettavo qualcosa di meglio. La salita sulla torre costa 7 U$D ma una volta saliti la delusione è tanta in quanto il panorama viene quasi completamente oscurato dalla vegetazione sottostante. Quindi se volete potete anche risparmiarvelo.
Una corsa in hotel per una veloce doccia e poi di nuovo al Pier 39 per la cena. Questa volta scegliamo il Wipeout Grill (www.wipeoutbarandgrill.com ). E’ un bel locale tipico californiano con all’interno tanti surf appesi che richiamano uno degli sport preferiti di questa località. Un ottimo piatto a base di hamburger, patatine, insalata e birra (U$D 18). Un giro per vedere il Pier 39 illuminato e poi….a letto.
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10 AGOSTO
Oggi è l’ultima giornata a San Francisco. Era la città che immaginavo mi sarebbe più piaciuta prima di iniziare il viaggio e devo sinceramente dire che, nonostante il freddo, anche al termine dello stesso il posto del gradino più alto dell’indice di gradimento delle città spetta proprio a San Francisco.
Dopo il rinnovo della colazione a Lori’s Diner ci dirigiamo verso Alamo Square. Alamo square è parte di un quartiere dove ci sono diverse case in stile vittoriano. La maggior parte sono tenute veramente bene e sono molto carine. Proprio di fronte alle “sette sorelle” (le famose sette case vittoriane riprese in tantissime foto), c’è un piccolo parco dove molti californiani, e non solo, si fermano a prendere un po’ di sole. Vista la giornata decidiamo anche noi di fermarci al caldo tepore del sole californiano e, con mia meraviglia, vediamo che il panorama sulla città è molto bello (migliore che non quello visto dalla Coit Tower). Il parco è molto animato da cittadini con i loro cani e da ragazzi che giocano a friesbe. Dopo un po’ di rilassamento ed aver approfittato per mangiare qualcosa in maniera frugale, richiamo la truppa all’ordine ed al rispetto dei tempi sul programma e ci dirigiamo in Hayes St. per prendere il bus n. 21 che ci porterà alla City Hall. Dopo circa 20 minuti eccoci davanti al cosiddetto municipio. Molto imponente..grande…e molto bello. Con la sua cupola sulla quale svetta l’immancabile bandiera a stelle e strisce. La bandiera americana qui è, oltre che su tutti gli edifici governativi, anche su moltissime case private, grattacieli ed, addirittura, auto a dimostrazione del grande patriottismo che avvolge il popolo americano. Alla City Hall assistiamo ad un matrimonio di una coppia portoricana (o almeno di quelle parti) molto “coloriti”. A questo punto il programma prevedeva di affittare le bici elettriche per andare al Golden Gate, ma, in lontananza si vede il ponte immerso nella nebbia e decidiamo quindi di andarci in bus. La scelta non si rivela affatto positiva. Infatti per arrivarci con il bus impieghiamo quasi 2 ore ed una volta giunti lì veniamo investiti da un freddo che a Milano si vede solamente ai primi di febbraio. Non potevamo però esimerci dall’andare a fare due passi sul ponte, almeno arrivare al primo pilone e così, coperti come se dovessimo andare al Sestriere, ci incamminiamo. Ora, chiedo ai più esperti, ma com’è possibile che noi, e non solo noi, eravamo coperti completamente e c’era gente sul ponte che faceva footing in canottiera? Questi sono completamente matti…… Una volta fatte le foto di rito torniamo decisi a riprendere al più presto il nostro bus per il ritorno ma non prima di aver bevuto un cappuccino caldo. Il ritorno si rivela molto trafficato. Vero che è anche l’orario di punta (sono circa le 17,30) ma i bus che effettuano il tragitto son veramente pochi. Scendiamo nei pressi del Ghirandelli Market e proseguiamo poi per Powell St. Sinceramente il freddo preso oggi pomeriggio è veramente tanto e siamo anche un po’ stanchi per il gran scarpinare di oggi. Ecco quindi che la proposta di mia cognata viene accolta con grande entusiasmo….comprare qualcosa da mangiare ed andare a mangiare in camera dopo una bella doccia calda….. Ci facciamo così dal Ferry Building tutta Market Str. a piedi…compriamo qualcosa..e poi hotel….Domani si viaggia verso Sequoia Park.
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11 AGOSTO
Bilancio di San Francisco. Stupenda città. Lasciamo perdere il freddo ma la città merita tutto il fascino e la nomea che si è creata e che la circonda. Una cosa che volevo dire è che, a differenza di New York, qui il pedone è il RE della strada. Non c’è autista che si avvicina se un pedone ha intenzione di attraversare la strada. Insomma una vera politica dell’“attenzione al pedone”.
Eccoci qui precisi alle ore 7,00 davanti alla Dollar Rent di san Francisco che dista dal nostro hotel esattamente 250 metri…il tempo di girare l’angolo…. La signora alla registrazione ci chiede se vogliamo la kasko ed al nostro “NO” ci convince che è meglio farla…e più avanti non smetteremo di ringraziarla.
Firmiamo ed andiamo a ritirare la nostra auto….una Jeep che riporteremo… a Las Vegas.. infatti è targata NEVADA. Il noleggio è stato effettuato tramite AutoEurope. Il costo è stato di 444 euro più 85 euro di kasko per 11 giorni. Carichiamo i bagagli e vediamo di capirci qualcosa. Non ho mai guidato una macchina con il cambio automatico e quindi meno male che prima di venire negli USA un collega mi ha fatto fare un paio di giri in un parcheggio. I primi due stop sono stati allucinanti con il cognato che per poco non prova di quale consistenza era il vetro anteriore. Bene, puntiamo il navigatore con destinazione San Matteo. Infatti la nostra intenzione è quella proprio di attraversare la baia di San Francisco proprio utilizzando il ponte. Prima però ci fermiamo a fare colazione in uno Starbuks sulla strada. Arrivati nei pressi del ponte restiamo meravigliati dalla bellezza. Questi fanno tutto in grande. Il ponte attraversa la baia nel punto più largo per un totale di oltre 11 km. Bellissimo…da fare. Proseguiamo il nostro tratto di autostrada percorrendo la Interstate 5 in direzione SUD fermandoci a mangiare in uno dei tanti snack-bar sulla strada. Ora, ricordo che tanti avevano detto di stare attenti perché i distributori lungo le autostrade non ci sono….che passano 100 km prima di trovare un distributore. Beh, direi proprio niente di più falso. I distributori forse non saranno così capillari come sulla nostra A4 o A1 ma vi assicuro che massimo ogni 40/50 km c’è un’area di servizio. Che spesso è volentieri queste aree di servizio sono complete di motel e diverse possibilità per mangiare. L’unica cosa è che non sono come in Italia sull’Autostrada ma bisogna percorrere “BEN” 200 metri uscendo dalla stessa. Per fortuna, grazie ai vari consigli presi dal forum, non faccio figuracce e giunto alla pompa di benzina mi infilo dentro allo store indicando numero della pompa e controvalore in dollari da addebitare sulla carta di credito. Una premessa sulle carte di credito. In circolazione ve ne sono di diversi tipi, quelle a STOCK, quelle NOMINATIVE, quelle PREPAGATE, quelle a SALDO, ecc.
STOCK: carte PREPAGATE NON nominative, in sostanza non hanno né il numero PAN né il cognome e nome stampigliato in rilievo sul fronte della plastica
PREPAGATE NOMINATIVE: carte prepagate con cognome e nome stampigliati in rilievo sulla plastica
NOMINATIVE (A SALDO o NO) carte di credito con stampigliato in rilievo sulla carta sia il PAN che cognome e nome.
Ora, in tutte le grandi città non ho avuto alcun problema con nessuna carta di quelle sopra indicate. Nei paesi piccoli invece ed in qualche distributore remoto, non viene accettata la carta prepagata a stock. Questo perché non essendoci nome e gnome stampigliato sono un po’ prevenuti. Ripeto è accaduto solo nelle piccole cittadine (Williams e Kayenta).
Attraversiamo Fresno e Visalia e attraversando Three Rivers vediamo il nostro hotel prenotato per il pernottamento e puntiamo verso il Sequoia Park. Paghiamo il nostro biglietto di entrata e proprio in presenza del cartello di benvenuto ci fermiamo a mangiare un paio di panini. Sulla strada troviamo un brutto incidente (una coppia di anziani che con la macchina capottata) ma per fortuna sono tutti vivi e sono già presenti i soccorsi. Arrivati in cima cominciamo a vedere le prime sequoie ed invidio cognato, moglie e cognata che possono ammirare mentre io devo stare attento alla guida. Prima tappa una grossa radura dopo il Visitor Center con diverse sequoie abbattute dove si può ammirare la circonferenza del tronco. Seconda tappa l’immancabile Generale Sheerman. Se penso che questo tronco è grande quanto la mia casa….eppure non si direbbe….Meraviglioso. Foto di rito assolutamente. Trovo anche l’occasione per fare la foto con un gruppo di ranger americani molto gentili. Cominciano a scendere le prime gocce di pioggia e così decidiamo di ripercorrere la strada per tornare a Three Rivers. Il nostro hotel è il COMFORT INN & SUITES SEQUOIA (40820 Sierra Dr Three Rivers, CA 93271) http://www.comfortinn.com/hotel-three_rivers-california-CAA26 (euro 65 a notte con colazione e WiFi compreso – Voto 9). La camera sembra una piazza d’armi con due enormi letti matrimoniali ed un bel bagno grande. Purtroppo la piscina è già chiusa e quindi….doccia.
Vicino all’hotel ci sono alcuni locali ed un piccolo market. Per cena decidiamo di prenderci una pizza al PIZZA FACTORY (http://threerivers.pizzafactory.com/ sul sito possibilità di scaricare coupons sconti) dove fanno delle mega pizze enormi e devo dire anche buone. 20 U$D compreso il bere (per CocaCola, Sprite, ecc. anche refill). E così terminiamo la serata con una bella mangiata.
12 AGOSTO
Lasciamo il nostro hotel a Three Rivers con un po’ di malinconia e dopo una succulenta colazione ci dirigiamo verso Los Angeles. Ce la prendiamo con comodo fermandoci qua e là. Mia cognata, poco dopo il lago Kaweha vede sul ciglio della strada delle meravigliose sculture in legno. Non possiamo non fermarci e fotografarle. Qui sono esposte alle intemperie anziché custodirle con gelosia ed amore. Sono sculture in legno alte 2 metri (e oltre) che raffigurano scene delle tribù indiane. C’è un enorme capo indiano con un’aquila ed un lupo…un’altra con un lupo ed un orso. Sono stupende.
Arriviamo a Los Angeles verso le 13 ed a questo punto decidiamo di andare direttamente al Griffith Observatory. Prima di imboccare la strada troviamo un bel parco e decidiamo di fare qui, visto che ci sono i tavoli, il nostro picnic con delle insalate acquistate in uno store. Per andare all’osservatorio bisogna lasciare la macchina un po’ a valle perché il parcheggio è molto piccolo e proseguire a piedi. Non è tanto. Arrivati su abbiamo il piacere di ammirare Los Angeles dall’alto. Avevo letto che la nostra vista non copra l’intera superficie ed infatti non si vede la fine di questa enorme città. Poi.. girandomi… ecco che vedo la famosa scritta HOLLYWOOD…. accidenti è proprio lei… Quante volte l’ho vista nei film….Quante volte ho pensato “chissà se un domani….” Ed ora eccola lì…. Credo di aver fatto un centinaio di foto (sigh) usando tutte le focali a disposizione. Cosa facciamo ora?? Il caldo è tanto e l’idea balena subito in testa: “andiamo in hotel e…piscina?” Subito approvata all’unanimità. L’hotel scelto è all’HOLLYWOOD CITY INN (1615 N.Western Ave). http://www.hollywoodcityinn.net/. La spesa 70 U$D a notte a coppia compresa colazione. Voto 6,5.
Premesso. L’hotel non è nulla di eccezionale, la camera piccola ed anche il bagno modesto, ma era pulito, aveva il wifi, una colazione discreta e una piscina stupenda. Come detto dopo il check-in …costume e…piscina. Siamo stati dentro 3 ore…non volevamo più uscire…. Ci siamo fatti violenza ma poi.. fuori. Dopo esserci cambiati ecco che decidiamo di andare a cena. Come usciamo non siamo molto convinti della scelta della location dell’hotel. Capiremo poi che più che altro è una nostra sensazione. L’hotel infatti si trova vicino all’Hollywood Blv. ma nell’estrema periferia est. Il quartiere è popolato quasi esclusivamente da latino-sudamericani. A 100 metri dall’hotel c’è la fermata Hollywood Western (metro rossa) che risulta essere veramente comoda ed un bel centro commerciale con alimentari. Come usciamo dall’hotel la prima cosa che vediamo è l’arresto di ¾ sudamericani da parte di poliziotti in borghese. Insomma, non proprio un bel biglietto da visita, ma come ho detto sopra, è stata solo apparenza. Per cenare decidiamo di fare due passi e così, proprio in Hollywood Blv. troviamo Tommy’s Hamburger, dove mangiamo forse gli hamburger più buoni della nostra vacanza. Veramente ottimi. http://www.originaltommys.com/index.php (spesa 10 USD con bere).
Ecco, la cosa che ho notato qui negli USA e di cui non mi spiego la logica, è che nei MacDonald’s o anche Starbucks o Tommy’s non vendono la birra….Chissà con quale logica.
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13 AGOSTO
Stamattina si sono divertiti dall’Italia. Incuranti della differenza del fuso orario (qui a Los Angeles siamo 9 ore indietro rispetto a Milano) hanno mandato SMS e chiamato per fare gli auguri di compleanno a mia moglie e mai cognata…sì…sì…sono gemelle….50 anni (non si dovrebbe dire per una signora…ma chi se ne frega….io ci sono passato prima). Dunque oggi è il loro compleanno e per festeggiarlo abbiamo deciso di portarle (come si fa con i bambini) al parco degli UNIVERSAL STUDIOS. Sveglia e colazione…a bordo piscina…che meraviglia. Gli UNIVERSAL STUDIOS (http://www.universalstudioshollywood.com/) si trovano a solo 4 fermate di Metropolitana dall’hotel e dove poi una navetta-bus conduce poi direttamente all’entrata. Noi abbiamo preferito fare il FRONT OF PASS LINE (129 $ contro gli 80 $ del biglietto normale) e devo dire che ne è valsa assolutamente la pena. In sostanza il PASS ti permette di saltare la fila per quelle attrazioni dove il tempo di attesa è superiore ai 10 minuti..e visto la ressa è stato proprio un bel guadagno di tempo. Inoltre per le attrazioni dal vivo la tribuna centrale è riservata proprio ai possessori di questi pass. Alle 8.30 siamo già all’entrata (orario apertura 9-22 in questo periodo) e così ne approfittiamo per fare qualche foto. Alle 9…dentro e subito, come sempre accade quando si visitano questi parchi a tema, ritorniamo bambini..bambini..bambini. Memori di quanto letto e dei consigli presi ci dirigiamo subito a fare quelli più “lontani” dall’entrata e quindi …via di TRANSFORMER. Stupendo…meraviglioso….poi JURASSIC PARK….e la MUMMIA (che delusione)……Quindi il tour con il trenino a vedere le scene dove sono stati girati diversi film tra cui CSI, LO SQUALO, PSYCO, ecc. Poi pranzo e di nuovo in pista con lo spettacolo degli effetti speciali, per poi passare agli animali attori, ai Simpsons, la casa degli orrori, i Blues Brothers, Marylin Monroe e finire con Waterworld (stupendo). Insomma….si decide di cenare qui ed in sostanza…apriamo e chiudiamo il parco noi (non ci hanno pagato per chiudere). Non contenti, ma non potevamo fare diversamente, decidiamo di fare anche un giro per la miriade di negozi che ci sono qui e dove lo sfavillio di luci è accecante. Tutto bello..tutto stupendo…Ora si torna in hotel.. stanchi ma contenti… Auguri a Graziella e Renata…. Buon Compleanno.
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14 AGOSTO
Oggi la giornata è dedicata interamente a Los Angeles dopo la consueta colazione bordo piscina.
Prendiamo la metropolitana e ci dirigiamo subito verso HOLLYWOOD Blv. Sono le 9…praticamente in giro ci siamo solo noi. Per trovare un bar aperto per un caffè è stato un delirio…..Cominciamo così a passeggiare per la Walk of Fame….vediamo le stelle dei nostri “idoli” cinematografici…musicali…
Le foto si sprecano ….Arriviamo davanti al Theatre Chinese e così vediamo anche le combinazioni mani+piedi+firma degli attori famosi. Sono ormai le 11 e finalmente Hollywood Blv. si anima come non mai. Sembrava quasi che tutti fossero nascosti ad aspettare il “VIA”. Ci perdiamo nella miriade di negozi e negozietti, nel centro commerciale accanto al Kodak Theatre dove ci fermiamo anche a pranzare in un locale. Proseguiamo poi con lo shopping in altri locali per poi prendere il bus ed andare a vedere la famosa Rodeo Drive. Rodeo Drive è una strana piccola che è considerata, non so se a torto o ragione, la strada più costosa del mondo. Sembra che tutte le griffe dell’universo si siano date appuntamento in questo minuscolo pezzo di Los Angeles per aprire i propri negozi. Moglie e cognata tentano una sortita da Tiffany mentre io ed il cognato stiamo fuori a guardarci la scena…. Escono, come immaginavamo, sconsolate …..
Tutto quello che potete immaginare e pensare delle marche famose qui le trovate. Armani, Tiffany, Cartier, Lacoste, Luis Vuitton, Guess, Dolce & Gabbana, ecc. Insomma…portafoglio a fisarmonica.
Un giro per ammirare una bellissima Bugatti davanti al negozio della Guess e poi torniamo in hotel e finiamo la giornata in piscina….che meraviglia…. Per la cena ci arrangiamo alla meglio in camera e poi prendiamo l’auto per vedere Hollywood Blvd. alla sera con tutte le sue luci. Accidenti è una cosa incredibile. Non ci si riesce nemmeno a muovere da quanta gente è presente sui marciapiedi e parcheggiare è impossibile. Si decide così che domani sera veniamo in metro.
15 agosto
Bene oggi è Ferragosto…o almeno lo è in Italia. Non sapendo bene quindi se anche qui è festa o meno, decidiamo di muoverci per tempo per andare alla nostra meta per quest’ultimo giorno a Los Angeles: SANTA MONICA. Durante il tragitto, lo capiremo ancora di più al ritorno nel pomeriggio, proviamo cosa vuol dire guidare su autostrade a 6/7 e 8 corsie completamente intasate. Impieghiamo più di un’ora per arrivare. La mattinata è stupenda con un bel cielo azzurro. Troviamo senza intoppi un parcheggio proprio a ridosso della spiaggia e…subito sulla sabbia… La spiaggia è proprio come l’abbiamo vista in centinaia di film e telefilm. Spiaggia larga e lunga con la pista ciclabile dove centinaia di persone corrono con tutti i mezzi possibili (bici, pattini, monopattini, piedi, ecc). Cerco tra i gabbiotti dei bagnini se vedo qualche BAGNINA..ma purtroppo nemmeno l’ombra… Nemmeno il tempo di mettere giù gli asciugamani e…da Malibu si comincia a vedere qualcosa di strano…In 15 minuti non si riesce più a vedere nemmeno a 50 metri…tant’è la nebbia che ha invaso la spiaggia. Ma come???? Le nostre foto…il bagno nell’oceano….le foto in spiaggia… Onestamente qualcosa ci aveva allertato; infatti quando siamo arrivati in spiaggia c’eravamo solo noi, i netturbini e quelli che facevano jogging. La nebbia resta densa sino a quasi mezzogiorno quando, come d’incanto, la spiaggia si anima di gente e aprono sia il luna park che i negozi sul molo. Capiamo solo ora che il fenomeno della nebbia è del tutto normale a Santa Monica…. L’aria fredda che tira però ci sconsiglia dall’immergerci in acqua…meglio lasciar perdere. Pranziamo con una bella insalatona e dopo aver raccolto i nostri bagagli facciamo un giro per il molo fermandoci a guardare i negozi ed a prendere un caffè per scaldarci. Visto che il tempo non ci permette di buttarci in acqua decidiamo di andare a vedere Malibu. Notiamo qualche bella villetta e dopo aver parcheggiato, facciamo una passeggiata sul molo. Le donne non resistono però alla tentazione e, tolte scarpe e calzini, si bagnano nell’oceano…..brrrrrrrrrrrrrrrrr……Io trovo la scusa che devo fare le foto.
Malibu è carina, molto diversa da Santa Monica. Qui la spiaggia è frastagliata e piccola e si capisce che sono le ville, che non si vedono, a renderla famosa. Bene è ora di rientrare anche perché vogliamo fare un giro a Beverly Hills. Per tornare impieghiamo quasi 2 ore….Giunti a Beverly Hills non possiamo che ammirare l’accuratezza dei particolari. I vialetti tutti con l’erba tagliata e ben curata, gli alberi tutti ben potati e di quelle ville che abbiamo potuto vedere solo nei film. Qui sembra facciano a gara a chi fa la villa più bella e più grossa. Macchine lussuose e potenti… Ci guardiamo in giro e restiamo a bocca aperta. Vabbè..lo immaginavamo….Nel tornare verso il nostro hotel capiamo che c’è qualcosa che non quadra.
Alcuni cartelli luminosi ci dicono che Hollywood Blvd è chiusa e che sulla parallela Sunset Blvd il traffico è difficoltoso. Avrò tanti difetti ma anche qualche pregio. Uno di questi è che ho un ottimo senso dell’orientamento. Mi imbuco in una destra, una svolta a destra, due a sinistra, poi ancora a destra e poi ancora sinistra ed ecco che siamo proprio al McDonald’s vicino all’hotel. La decisione è subito presa. Si cena qui, doccia in hotel e poi prendiamo la metropolitana ed andiamo sull’Hollywood Blvd. Dopo tutto questo prendiamo la nostra bella metropolitana e scesi a Highland Station scopriamo il perché del trambusto. La strada è completamente bloccata. Decine e decine di energumeni a 6 ante impediscono anche solo di avvicinarsi (al loro confronto Tyson sembrerebbe un poppante). Decine di limousine e SUV con vetri oscurati attendono pazientemente il loro carico. Facendoci strada tra la folla riusciamo percorrendo il marciapiede opposto ad arrivare di fronte al Chinese Theatre dove capiamo che oggi è la prima mondiale del film “I MERCENARI 2” con una schiera impressionante di attori (Stallone, Lundgren, Schwarzenegger, Van Damme, Norris, Willis). Proprio in quel momento escono …e tutti cominciano ad urlare. Sinceramente non sono riuscito a vederne nemmeno uno da quanta folla che c’era. Bene dopo questo bagno di folla decidiamo di andare a dormire, domani ci aspetta un bel tragitto..finalmente gli USA che volevo e per cui son venuto: ARIZONA, NEVADA e UTAH.
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16 AGOSTO
Stamattina lasciamo Los Angeles. Solita colazione a bordo piscina e poi via. Come in tutte le grandi città l’uscita dalla stessa al mattino non è difficoltosa….ma per entrare c’è una coda chilometrica e quando dico chilometrica non esagero….ci saranno stati 20 km di coda….Dimenticavo…Qui le autostrade essendo molto larghe (abbiamo contato anche 8 corsie per ogni senso di marcia) hanno una corsia di emergenza sia a destra che a sinistra (mica stupidi). Inoltre la corsia più a sinistra è per le autovetture in car-sharing (vetture con almeno 2 persone a bordo). Le autostrade, almeno quelle che abbiamo preso noi, non sono a pagamento (mi sembra di aver letto in qualche topic che in Florida invece lo sono) ne consegue che la manutenzione delle stesse non sia proprio il massimo (buche a non finire…asfalto ormai ridotto all’osso, ecc.). D’altronde se sono gratis non è che si possa pretendere…. A me piace guidare ed in fatti per tutto il nostro viaggio ho sempre guidato io. Il viaggio di oggi è bello lungo (quasi 800 km) e ci porterà a Williams.
Abbiamo deciso di fare i bravi e di rispettare i limiti di velocità (75 mph – circa 110 km/h) ma accidenti a volte veramente si fa fatica a tenere gli occhi aperti. Per fortuna il paesaggio ogni tanto cambia. Si passa da Los Angeles, alle montagne, alla pianura, al deserto, poi ancora montagne…almeno mi distraggo a guardare.
Sulla strada incontriamo tir strapieni di cipolle (ora capisco perché la mettono in ogni piatto), SUV che trainano moto e camper o motorhome che trainano SUV (ma da noi non è mica proibito?). A lato dell’autostrada passa la ferrovia ed ogni tanto vediamo qualche treno merci trainato da diverse locomotive (3 o 4) che non finisce più…decine e decine di vagoni merci tutti insieme…. Nei pressi di Kingman incontriamo in un’area di servizio un gruppo di ragazzi toscani e così ci scambiamo un po’ di informazioni su Los Angeles, San Francisco-Grand Canyon. Ci fermiamo a mangiare in un McDonald. A 50 km dalla nostra destinazione il cielo comincia a farsi scuro…poi grigio..alla fine nero…nero..nero…e si cominciano a vedere in lontananza lampi e fulmini. Tutto ad un tratto acqua a catinelle e grandine. Si fa fatica a vedere ma i pochi posti coperti sotto i pochi ponti presenti sono già occupati. Con molta attenzione proseguiamo e dopo una ventina di chilometri finalmente smette di grandinare. Non potevamo certo pensare che in 3 settimane non piovesse mai ma per favore no in questi giorni al Grand Canyon ed alla Monumenti Valley….Credo che questi posti senza sole perdano molto del loro fascino (magari mi sbaglio e verrò subito ripreso da qualche forumista). Arriviamo a Williams ed andiamo subito al nostro hotel.
L’hotel scelto è il Williams Grand Canyon Travelodge (Williams Grand Canyon Travelodge | Williams, AZ 86046 Hotel) 60 U$D a notte con colazione. La stanza non è nè grande né piccola ed anche il bagno è piccolino ma il tutto è molto pulito. Voto 7.
Il tempo di farci una doccia, riposarci qualche minuto e poi decidiamo di uscire comunque a fare due passi nonostante stia ancora piovendo. Ecco che scopriamo così questa cittadina tutto sommato piccola ma molto molto graziosa. Williams è attraversata dalla mitica e famosa Route 66 ed ogni angolo della cittadina ricorda proprio questo. Il nostro hotel, come quasi tutti gli hotel di Williams, si trova proprio in fondo al paese e passeggiando scopriamo scorci stupendi. A pochi passi dall’hotel troviamo un piccolo pezzo di western con saloon e negozi in stile. Alla faccia della pioggia cominciamo a fare foto a non finire.
Vediamo poi una bella locomotiva a carbone in bella mostra per i turisti oltre ad altri locali in stile western o in stile anni 50 (Grease). Ricomincia a piovere forte e quindi torniamo in hotel. Ne usciamo verso le 19, questa volta in auto, e facendo un giro in lungo ed in largo cerchiamo un posto per mangiare. Gli accordi erano stati chiari: stasera steakhouse dove mangiare una bella bistecca con patatine ed una pinta di birra (mi sento molto Tex Willer). La nostra scelta ricade sul Cruiser’s Cafè (Cruisers Cafe 66) dove decidiamo di prendere il menu famiglia.
Dopo circa mezz’ora si presenta la gentilissima signorina con un vassoio stracolmo di carne alla griglia di tutti i tipi oltre a patatine, fagioli e birra. Non vi dico la nostra faccia alla vista di quel vassoio. Le donne (mi odieranno per aver postato la foto) ci chiedono come faremo a mangiare il tutto ma sta di fatto che alla fine non resta proprio nulla.
La carne (quarti di bue, pollo, costine di maiale, braciole, ecc.) era tenerissima e molto gustosa. Insomma una vera delizia assolutamente da consigliare. Il prezzo??? Beh alla fine abbiamo speso 170 U$D in 4 (compresa la mancia che era già scritta sullo scontrino) ma li valeva tutti. Beh, si decide di fare anche due passi per smaltire e le donne ne approfittano per entrare in un negozio di souvenirs dove acquistiamo alcune magliette per i ragazzi e le ragazze rimaste a casa
(noi abbiamo due maschi e mia cognata due femmine) oltre ai regali per nonni, nonne, ecc. Alla fine, sono ormai quasi le 21, la signora chiude il negozio…segno forse che dobbiamo andarcene? Beh…buonanotte…a domani.
17 AGOSTO
Mi sveglio presto…corro alla finestra a vedere il cielo….EVVIVA…E’ sereno….si dai…Una delle giornate che, mi aspetto, sia tra le migliori del nostro viaggio. Colazione sotto il bersò (unico posto per fare colazione) e poi subito in auto. A mio cognato è tornato il sorriso e come saliamo in auto ha una genialata: ”Visto che ieri abbiamo fatto le foto con il cielo grigio, ed ora c’è il sole, perché non rifacciamo le foto qui a Williams??”. L’idea, visto che è anche presto, viene accolta con entusiasmo e così rifacciamo le foto al spicchio di villaggio western,
alla scritta della Route 66, alla strada principale
alla scritta all’entrata di Williams
al treno storico
….beh insomma..tutta un’altra cosa. Dopo le nostre foto ci avviamo verso il Grand Canyon.
Da Williams sono circa 80 Km. Ci fermiamo a Tusayan, ultima cittadina prima dell’entrata, a fare rifornimento di acqua e prendere il nostro cibo per il pranzo. L’entrata al parco costa 20 U$D per auto. Mentre percorriamo gli ultimi km vediamo sul ciglio della strada un paio di cervi. Bellissimi. Arriviamo al parcheggio, lasciamo la macchina e ci mettiamo a consultare la cartina per capire quale bus prendere. L’organizzazione è veramente eccezionale. Il parco è servito praticamente da 3 linee circolari di bus. La linea ORANGE che effettua il giro a Est fino allo Yaki Point, la linea BLUE che effettua il centro e la linea RED che va ad Ovest sino al Hermits Rest. Prendiamo la linea Orange e dopo 5’ di strada (si può fare anche a piedi) scendiamo in prossimità del Mather Point. Scendiamo …percorriamo 50 metri a piedi e…..meraviglia….i brividi ….resto in silenzio…dalla bocca non esce una sola parola….non riesco a credere a quello che i miei occhi stanno vedendo….IL GRAN CANYON.
Uno spettacolo che non può essere descritto nemmeno postando mille foto. La meraviglia che ti si apre d’avanti lascia veramente senza fiato. Restiamo più di mezz’ora in questo punto. Sono letteralmente in tranche. Mi sveglia di soprassalto un gruppo di italiani (non dico la regione se non qualcuno potrebbe offendersi) che esclama:” Beh…tutto qui??? Niente di eccezionale”. :shock::shock: Cosa? Niente di eccezionale??? Ma stiamo dando i numeri? No Mauro, stai zitto è meglio….passa avanti e non ti curar di loro. Dal Mather Point decidiamo di andare a piedi sino al South Kaibab (ridendo e scherzando sono quasi 3 km) ma gli scorci che vediamo e che immortaliamo sono innumerevoli.
Da qui poi proseguiamo in bus per Yaki Point dove c’è un area picnic e ne approfittiamo per pranzare.
Dopo un attimo di respiro, riprendiamo il bus Orange e ci avviamo alla coincidenza con il bus BLUE che ci porterà alla fermata per il bus RED. Decidiamo infatti di prendere la linea RED e fermarci ad ogni point view e riprendere il bus successivo per scendere alla fermata dopo. I bus passano ogni 15/20 minuti per cui sono molto frequenti e comodi. Ecco quindi che vediamo Trailview, Maricopa, Powell, Hopi, Mohave, Abyss, Monument Creck, Pima…insomma li facciamo proprio tutti.
Torniamo indietro che è quasi il tramonto e l’idea è proprio quella di prendere qualche panino ed attendere il calare del sole. Purtroppo però in poco tempo arriva un grosso temporale con tuoni e fulmini e dobbiamo desistere per tornare verso Williams. Bene, la giornata è stata unica ed indimenticabile. Per fortuna qualche foto con il cellulare l’abbiamo fatta e ci resterà. Chi dice che non è nulla di speciale forse abita in un atollo delle Mauritius e comunque, anche se fosse, sono comunque due bellezze diverse. E domani..altro sogno…Monument Valley.
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18 AGOSTO
La giornata appena trascorsa è stato qualcosa di indimenticabile. Mi sono addormentato avendo ancora davanti agli occhi il primo impatto del Mather Point. Questa sarà una cosa che credo mi resterà impresso per tutta la vita. Ma anche oggi la giornata dovrebbe essere molto interessante e regalarci scorci da restare indelebili nella memoria. Tanto per cominciare il tempo è stupendo. Ottimo. Finiamo la nostra colazione e ci dirigiamo verso la Monument Valley. La distanza da percorrere sono circa 330 km (circa 3,5 ore di viaggio). Direzione Kayenta dove ci fermiamo per prendere qualcosa da mangiare. Sulla strada per Kayenta ci fermiamo nei pressi di un vecchio post Office dove oggi sorge uno store gestito dagli indiani Navajo. Dentro potete trovare di tutto e roba anche molto carina. Dai gadget ad abbigliamento, a copricapi, a soprammobili. Arriviamo al cartello che segna il confine tra Arizona e Utah e così cominciamo a rifarci gli occhi.
Scendiamo a fare qualche foto di rito e ci accingiamo all’entrata. Il prezzo dell’ingresso sono 5 U$D a persona. Una volta al parcheggio si può decidere cosa fare se affrontare il percorso con la propria auto o affidarsi agli indiani con i loro 4×4 (qualcuno può anche protendere per i vecchi e meravigliosi cavalli). Noi abbiamo la Jeep e, seguendo proprio i consigli dei forumisti, decidiamo che affronteremo il percorso con la nostra auto. Vediamo diverse macchine utilitarie e berline per cui ci diciamo che se fanno loro….figuriamoci noi. Attenzione perché la strada che si vede all’inizio può trarre in inganno perché SEMBRA liscia e lineare…..non è così. Il consiglio che do io è quella che se avete una macchina “bassa” non fatelo. Abbiamo visto un paio di macchine che ci hanno lasciato parte dell’anteriore. Le buche sono belle grandi…. Comunque prima di azzardarci è tempo di mangiare. Purtroppo qui posto per picnic non c’è. C’è un solo tavolo e pazientemente (veramente ci siamo messi di fronte facendo capire che era ora che si alzassero) aspettiamo che un gruppo di ragazzi, visto che stanno solo chiacchierando, si alzino. All’interno del locale c’è un ristorante…ecco spiegato il motivo dell’assenza di tavoli….Cominciamo il nostro viaggio. Una precisazione, i tour guidati dai Navajo hanno un percorso leggermente diverso rispetto a quello che possiamo fare noi in autonomia denominato Scenic Drive, loro hanno posti che noi non possiamo visitare. Comunque il giro in sostanza dovrebbe durare 1,5 ore….noi ci siamo riusciti a farlo durare 3 ore….foto …foto…foto…
La Monumenti Valley, denominata Monument Valley Navajo Tribal Parco (http://navajonationparks.org/htm/monumentvalley.htm) sono altopiani rocciosi che si sono formati nel corso di millenni e è gestito in toto dalla tribù indiana dei Navajo che qui formano proprio la Nazione Navajo. Tutte queste formazioni rocciose che si trovano sul percorso hanno nomi di fantasia ideati proprio dagli indiani, ecco quindi che abbiamo le TRE SORELLE, L’ELEPHANT BUTTE, CAMEL BUTTE, THE HUB, ecc. sino ad arrivare al mitico JOHN FORD’S POINT in onore del mitico ed indimenticabile attore americano protagonista di tanti film western che hanno accompagnato la mia infanzia.
Arriviamo al parcheggio dell’entrata praticamente alle 18 ed il sole comincia ad increspare di un rosso acceso la vallata ed i monoliti. Restiamo così ancora un po’ di tempo ad ammirare il panorama che è di una bellezza incredibile.
Qualcuno mi ha chiesto se mi ha più emozionato il Grand Canyon o la Monument Valley. Sinceramente sono due bellezze completamente diverse. Entrambe mi hanno emozionato ed entrambe sono assolutamente meravigliose e da visitare. Forse mi ha più emozionato il Grand Canyon ma semplicemente perché sino a che non ci sei sopra non lo vedi e quindi resti meravigliato, mentre la Monument Valley la gusti piano piano mentre ci arrivi.
Dopo l’ammirazione decidiamo così di avviarci verso l’hotel per vedere il tramonto.
Fuori dal parco c’è un solo ed unico STOP ed io, per un mio errore, riesco nell’impresa di fare un incidente con un’auta guidata da una ragazzina navajo (avrà avuto 17 anni). Lei scende tutta spaventata e facciamo una fatica incredibile a capirci. Viene chiamata la mamma ma anche con lei la comprensione è difficile. La nostra jeep non si è fatta granchè ma la macchina della ragazzina invece ha il davanti bell’incidentato (ma tu guarda se devo venire qui a fare un incidente). Alla fine la mamma decide di chiamare la Polizia che, meno male che nessuno si era fatto male, arriva da Kayenta dopo circa un’ora. Il poliziotto chiede la dinamica, prende i documenti, fa le foto alle auto ed alla fine mi dice di informare l’agenzia di autonoleggio di mettersi in contatto con lui e mi lascia il suo nominativo ed il numero di telefono. E’ ormai buio quando arriviamo in hotel (esattamente a 300 metri dal luogo dell’incidente), il GOULDINGS LODGE MONUMENT VALLEY (http://www.gouldings.com/) VOTO 10. Registrazione veloce e ci danno una cartina, molto approssimativa, indicandoci quale e dove sia la nostra casetta. L’Hotel infatti dispone di un corpo centrale dove sono presente le camere dell’hotel con tutti i servizi (piscina, ristorante, ecc:), 4 palazzine annesse con altre camere, ed alcune villettine prefabbricate sparse per la vallata. Bene, ci mettiamo alla ricerca ma, il buio pesto, le strade completamente al buio, non ci aiutano nella ricerca e dopo mezz’ora ritorniamo alla reception dove un gentile e cortese addetto ci accompagna alla nostra casetta (che guarda caso c’eravamo passati davanti almeno 10 volte). Purtroppo non vi sono indicazioni da nessuna parte ecco pertanto che vi invito ad arrivare qui quanto ancora il sole è alto. Nei pressi c’è uno store di alimentari e, visto che ormai il ristorante è chiuso, ne approfittiamo per prendere qualcosa per mangiare. Bene, il tempo di scendere dall’auto, salire 3 gradini, aprire la porta e….. mamma mia ….Un salone immenso con cucina abitabile, tre divani, due camere da letto con bagno privato e vasca idromassaggio, lavanderia con asciugatrice, ma soprattutto, una bellissima veduta sulla monument valley. Prezzo? E’ stato l’hotel più caro del nostro viaggio: 275 U$D in 4 senza colazione…ma ne è valsa assolutamente la pena…..
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